Le numerose evidenze che dimostrano le proprietà dell’ozono (O3) offrono un consolidato supporto scientifico per affermare che l’ossigeno ozono terapia potrebbe rivelarsi efficace contro il Covid-19.
La SIOOT (Società Scientifica di Ossigeno Ozono Terapia) ha diffuso un comunicato nel quale torna a ribadire il suo appello affinché gli infettivologi, gli anestesisti e i rianimatori provino ad utilizzare l’ozonoterapia sui pazienti infettati dal virus.
Si chiede inoltre che l’ozono, oltre che per curare i pazienti, venga anche utilizzato per disinfettare gli ambienti.
La SIOOT, sulla base della sua esperienza clinica e con il supporto di un’ampia bibliografia scientifica, è convinta dell’efficacia dell’ozonoterapia contro tutti i tipi di infezioni batteriche e virali.
Nel comunicato – sottoscritto dai professori Marianno Franzini, Vincenzo Simonetti e Luigi Valdenassi – si spiega che soprattutto i pazienti più vulnerabili (cronici e anziani), sottoponendosi alla ozonoterapia, potrebbero sviluppare una maggiore resistenza alle infezioni.
È stato ampiamente dimostrato che l’ozono, normalmente prodotto dai nostri globuli bianchi, svolge contemporaneamente le seguenti azioni: antinfiammatoria, antibatterica e virustatica; aumenta l’attività mitocondriale e la produzione di ATP; migliora la funzionalità del microcircolo e l’ossigenazione tissutale; non è alternativo all’uso dei farmaci ed è indicato quando questi sono controindicati.
Tutto ciò senza lasciare tracce nell’ambiente.
In un altro comunicato il dott. Roberto David ha precisato che l’ozono funziona attraverso più fasi sovrapposte: inattiva il virus; attiva l’immunità cellulare e umorale; riduce i processi di infiammazione-apoptosi; favorisce le vie molecolari dello stress anti-ossidativo.
Sono circa 3.000 le pubblicazioni scientifiche censite da “PubMed” che documentano tali effetti. Tra queste pubblicazioni scientifiche sono compresi anche alcuni studi che dimostrano l’effetto virustatico dell’ozono sull’Herpes e sul Poliovirus.
Finora non è stato osservato nessun batterio o virus capace di resistere all’ozono applicato secondo i protocolli SIOOT.
In uno studio dettagliato, il dott. Antonio Carlo Galoforo della SIOOT, la dott.ssa Catia Scassellati dell’Università di Pavia e il dott. Cristian Bonvicini dell’Istituto Centro San Giovanni di Dio Fatebenefratelli di Brescia, hanno ribadito che l’attività antivirale dell’ozono deriva dal fatto che esso danneggia il capside virale attraverso il processo di perossidazione, e interrompe il ciclo riproduttivo impedendo il contatto tra il virus e la cellula.
Numerosi altri studi supportano l’attività antivirale dell’ozono: possiamo citare, tra gli altri, lo studio “Ohmine” (2005), che ha evidenziato come l’ozono sia in grado di inattivare i ceppi virali.
Anche le immagini al microscopio elettronico confermano i drastici cambiamenti morfologici dei virus dopo il trattamento con l’ozono.
Antonio Gaspari
Direttore Orbisphera
www.orbisphera.org
antonio.gaspari@orbisphera.org