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Agli Ospedali Riuniti di Foggia buoni risultati dall’uso dell’ozono per curare i malati di Covid

Il 13 maggio, dopo appena sei sedute di ossigeno ozono, è stata dimessa dagli Ospedali Riuniti di Foggia una paziente anziana già fortemente candidata al trattamento d’emergenza. 

Lo ha raccontato alla “Gazzetta del Mezzogiorno” la prof.ssa Gilda Cinnella, direttore di Anestesia e Rianimazione degli Ospedali Riuniti.

Ha spiegato la Cinnella che il trattamento di ossigeno ozono ha determinato un immediato miglioramento della paziente.

Un miglioramento che risulta evidente in tutti i malati trattati con ozono.

La professoressa ha precisato che, dal punto di vista clinico, la «modalità di trasmissione dell’infezione e il suo meccanismo di azione sono altamente disturbati da questa terapia grazie al potere anti infiammatorio basato sulla liberazione di citochine dotate di attività immunostimolanti o immunodeprimenti».

La Cinnella ha raccontato che, nei casi trattati, si è registrato un «blocco dello scoscendere della malattia verso la gravità e, quindi, è stata evitata la prevedibile necessità di terapia intensiva».

Intervistata da “Orbisphera”, la prof.ssa Cinnella ha dichiarato che, alla data del 23 maggio, sono ricoverati in ospedale «circa 90 pazienti Covid tra i reparti di rianimazione, malattie infettive e pneumologia. Nel periodo marzo-aprile ne abbiamo avuti circa il doppio. Nel reparto di terapia intensiva attualmente sono ricoverati 7 pazienti, ma nel periodo di massima diffusione erano 22».

Ed ha aggiunto: «Stiamo usando l’ozono da circa 3-4 settimane, insieme al trattamento intensivo specifico. L’ozonoterapia non è un toccasana magico e non può guarire da sola il Covid-19, però abbiamo osservato un miglioramento degli indici di flogosi e un miglioramento della ossigenazione insieme ad un senso soggettivo di benessere che, in particolare nei pazienti in terapia intensiva, è molto importante anche dal punto di vista psicologico».

Gli Ospedali Riuniti è il primo ospedale della Puglia che utilizza l’ossigeno ozono per curare i malati da Covid-19. La prof.ssa Cinnella ha presentato il 10 aprile scorso l’istanza di autorizzazione per la sperimentazione dell’ossigeno ozono sui pazienti positivi al virus, affermando che il progetto è “no profit” e non comporta alcun onere economico per l’Azienda Ospedaliera. I servizi di cura con ossigeno ozono infatti non comportano acquisto di farmaci e rientrano nelle normali prestazioni assistenziali.

Con delibera firmata in data 16 aprile, il dott. Vitangelo Dattoli, Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera Universitaria “Ospedali Riuniti” di Foggia, ha rilasciato l’autorizzazione alla sperimentazione clinica secondo il protocollo di cura e i macchinari per produrre ozono indicati dalla SIOOT (Società Scientifica di Ossigeno Ozono Terapia). 

«Nel nostro gruppo – ha affermato la prof.ssa Cinnella – c’è già chi si occupa di ozonoterapia da anni: il collega Leonardo Consoletti, in ambito di terapia del dolore e trattamento di patologie vascolari periferiche».

«Per questo – ha spiegato – avevamo conoscenza della pratica e, studiando la letteratura e consultandoci con altri centri, abbiamo ipotizzato che si potesse fermare il coronavirus nella fase iniziale della malattia».

Nella dichiarazione rilasciata alla “Gazzetta del Mezzogiorno”, la prof.ssa Cinnella ha precisato: «Si è confermata la nostra previsione: la terapia blocca l’azione del virus e riduce la carica virale in modo tale da spegnere il focolaio infettivo, ovviando così anche al deficit dell’ossigeno e della funzione polmonare».

Antonio Gaspari
Direttore Orbisphera
www.orbisphera.org

22 maggio 2020 Indietro

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