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Il grazie di papa Francesco all’Ispettorato di Pubblica Sicurezza “Vaticano”

«Nel fare memoria della fondazione di questo Ispettorato, viene spontaneo ringraziare il Signore per 75 anni di storia e per l’opera di tanti uomini e donne della Polizia di Stato Italiana». 

Queste le parole di gratitudine rivolte lunedì 28 settembre da papa Francesco alla «grande famiglia» dell’Ispettorato di Pubblica Sicurezza “Vaticano”, ricevuta in udienza in occasione del 75.mo anniversario di istituzione del servizio, avvenuta nel 1945.

«Essi – ha sottolineato Jorge Bergoglio – hanno svolto, con competenza e passione, una missione che trae origine dai Patti Lateranensi del 1929», i quali, «nel sancire la nascita dello Stato della Città del Vaticano, prevedevano per la Piazza San Pietro un peculiare regime, con libero accesso per i pellegrini e i turisti e sotto la vigilanza delle Autorità italiane».

«Guardando indietro, si vede come l’origine dell’Ispettorato di Pubblica Sicurezza “Vaticano” si collochi in un contesto di precarietà e di emergenza nazionale, quando le forze politiche e sociali erano impegnate nella ripresa democratica», ha ricordato il Pontefice, che ha anche evocato l’effetto dell’occupazione tedesca di Roma, dal settembre 1943 al giugno 1944.

«Si era posto il problema del rispetto da parte dei soldati tedeschi della neutralità e sovranità della Città del Vaticano, come pure della persona del Papa», ha spiegato Francesco, precisando che «per nove mesi, il confine tra lo Stato Italiano e la Città del Vaticano, tracciato sul pavimento di Piazza San Pietro, era stato luogo di tensioni e di timori». 

«I fedeli non potevano accedere agevolmente alla Basilica per pregare, pertanto in molti desistevano. Finalmente, il 4 giugno del 1944 Roma fu liberata, ma la guerra lasciò ferite profonde nelle coscienze, macerie nelle strade, povertà e sofferenze nelle famiglie». 

Dopo la liberazione, «i romani, e quei pellegrini che potevano raggiungere la capitale, accorrevano sempre più numerosi a San Pietro, anche per esprimere gratitudine al papa Pio XII, proclamato “defensor Civitatis”», e in quella circostanza il nuovo Ufficio della Polizia di Stato presso il Vaticano ebbe modo «di rispondere adeguatamente alle nuove esigenze e di rendere un importante servizio sia all’Italia sia alla Santa Sede».

«Pur nel mutare degli scenari nazionali e internazionali e delle esigenze di sicurezza, non è cambiato lo spirito con cui gli uomini e le donne dell’Ispettorato hanno attuato la loro apprezzata opera», ha osservato Bergoglio, che ha ringraziato i funzionari e gli agenti per il loro «prezioso servizio, caratterizzato da solerzia, professionalità e spirito di sacrificio». 

«Soprattutto ammiro la pazienza che esercitate nel dover trattare con persone di provenienze e culture diverse e – mi permetto di dire – nel dover trattare con i preti!». 

«La mia riconoscenza si estende anche al vostro impegno di accompagnarmi durante gli spostamenti a Roma e nelle visite a diocesi o comunità in Italia», ha aggiunto, esprimendo apprezzamento per «un lavoro difficile, che richiede discrezione ed equilibrio, per far sì che gli itinerari del Papa non perdano il loro specifico carattere di incontro col Popolo di Dio». 

«Sono certo che lavorare in questo luogo costituisce per voi un richiamo costante ai valori più alti: a quei valori umani e spirituali che richiedono di essere ogni giorno accolti e testimoniati», ha detto ancora Francesco, che al termine dell’udienza ha espresso l’auspicio che la fatica dell’Ispettorato «compiuta non di rado con sacrificio e rischi, sia animata da una viva fede cristiana».

«Essa è il più prezioso tesoro spirituale, che le vostre famiglie vi hanno affidato e che voi siete chiamati a trasmetterete ai vostri figli», ha concluso.

Video: Vatican News

Redazione

28 settembre 2020 Indietro

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