La cultura
dell'incontro

Pentecoste

Oggi si festeggia una promessa, un avvenimento, un regalo meraviglioso: Cristo con il Suo Spirito ci dona una possibilità nuova, la possibilità di rinascere dall’alto, come aveva detto una sera a Nicodemo. 

La paura, la tristezza, la delusione o il dolore che fanno parte di questa vita e spesso accompagnano il nostro pellegrinaggio terreno, non sono la parola finale: noi, nel Signore, con Cristo Risorto, siamo destinati ad altro.

La Pentecoste è l’invito ad accogliere lo Spirito Santo, per sperimentare che questo annuncio di felicità è vero: con Cristo noi possiamo rinascere, si può ricreare quello che tante volte abbiamo distrutto con i nostri errori, le cose che non siamo stati capaci di apprezzare o di custodire come avremmo dovuto.

Se accogliamo lo Spirito Santo, non siamo più sotto la legge, come dice San Paolo nella lettera ai Galati, ma assaporiamo la libertà che ha solo l’uomo rinato in Cristo: ora non ha più bisogno di forzarsi per osservare dei precetti ma, poiché “vive secondo lo Spirito”, sono distrutte in lui le opere della carne. Anche se riamane sempre la fragilità della condizione umana, ha pazienza con sé e con gli altri, perché ha conosciuto la Misericordia del Signore. 

Ecco perché Gesù, parlando dello Spirito Santo, ci dice nel Vangelo di Giovanni “Lui vi darà testimonianza di me”, cioè si vedrà nella tua vita l’opera di Cristo: la comprensione per i difetti degli altri, la comunione, il perdono che farà rifiorire rapporti che pensavi ormai morti e irrecuperabili.

Facciamo spazio allo Spirito Santo, affidiamoli le nostre ansie e paure: allora, ci dice Gesù, “Sarete voi a dare testimonianza di me”.

Mons. Antonio Interguglielmi

21 maggio 2021 Indietro

Condividi