La preoccupazione dei cristiani è quella di cercare di piacere a Cristo, di non deluderlo e così – quasi senza rendersene conto – non sono più schiavi degli altri: diventano liberi di amare senza bisogno di aspettarsi nulla, senza crearsi aspettative, ma col desiderio di dare agli altri qualcosa, perché la vita che hanno ricevuto da Cristo non possono non restituirla agli altri.
Per questo oggi nel Vangelo Gesù ci avverte: «Non abbiate paura degli uomini», perché spesso viviamo influenzati da quello che gli altri pensano di noi, ci affanniamo perché gli altri ci considerino, ci apprezzino e pensino bene di noi. Siamo così schiavi di questo che spesso siamo disposti a fare cose inutili o, peggio, stupide pur di guadagnare il consenso di qualcuno.
Un’esperienza che ci può aiutare è quando gli altri ci deludono. Allora apriamo gli occhi e ci rendiamo conto che questa fatica per essere amati o apprezzati come vorremmo è solo vanità, non possiamo fondare la nostra vita sulla (molto) temporanea e precaria stima degli altri, sul loro affetto, sulla loro ammirazione, perché alla fine saremo sempre delusi.
È tipico dell’uomo della carne, di colui che vive superficialmente, incentrato su se stesso, elemosinare “stima e affetto”: questo mendicare dimostra che non siamo liberi interiormente, in una parola che non abbiamo in noi la vita, ma la chiediamo continuamente agli altri.
L’incontro con Cristo ha come conseguenza quella di ricominciare a “ridisegnare” i nostri rapporti con gli altri. Scoprire il Suo Amore gratuito, che non pretende nulla ma solo dona, capovolge la nostra vita: non dobbiamo più pretendere di cambiare il marito, la moglie, il parroco, i figli, gli amici, i colleghi, ma guardiamo gli altri con comprensione, con pazienza, così come Cristo guarda noi, sempre, anche di fronte ai nostri tradimenti, alle nostre debolezze. Questo è l’amore.
Mons. Antonio Interguglielmi
XII Domenica Tempo Ordinario