La cultura
dell'incontro

Correggere per amore

La vera carità è quella di avere a cuore il bene dell’altro, quindi anche di correggerlo quando sbaglia, quando si inoltra su vie che non portano al bene. Ma è difficile correggere chi sbaglia, è un atto di carità che va fatto senza giudicare: solo chi ama davvero può fare questo “servizio”, non sentendosi migliore, né superiore, ma con il desiderio di aiutare. 

Correggere per amore, per il bene dell’altro, significa anche rischiare, accettare di essere rifiutati, proprio come Cristo: ecco perché spesso è più facile voltarsi dall’altra parte, in nome di un falso rispetto dell’altro, che in realtà è solo egoismo.

Anche per i genitori, che sono chiamati a correggere i figli, non è un compito facile, ma è un indispensabile segno d’amore verso di loro: “Correggi il figlio e ti farà contento e ti procurerà consolazioni”, leggiamo nel libro dei Proverbi (29,17). 

I genitori ma anche tutti noi possiamo chiedere al Signore lo spirito di Sapienza e di Verità, per aiutare i nostri fratelli a camminare sulla via della felicità, con pazienza e carità, imparando da quello che Cristo fa ogni giorno con ciascuno di noi. Correggere nel segreto, senza parlare male, senza giudizio, è la condizione necessaria per esercitare la carità. 

Pochi giorni fa la Chiesa ha ricordato Sant’Agostino e sua madre, Santa Monica, che lo riportò al Signore con lacrime e preghiere; dopo la conversione, ormai Vescovo di Ippona, Sant’Agostino commentando il Vangelo di questa domenica scrisse: «Dobbiamo fare un rimprovero spinti dall’amore, non per la brama di fare del male, ma per il desiderio di correggere. Se saremo animati da tali sentimenti, metteremo ottimamente in pratica l’esortazione udita oggi» (Discorso 82).

Mons. Antonio Interguglielmi

XXIII Tempo Ordinario

08 settembre 2023 Indietro

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