La cultura
dell'incontro

La Sapienza della Croce

Si può vivere la fede come i lavoratori di cui parla Gesù nel Vangelo di questa domenica: con una mentalità economica, in fondo mondana. 

Si può stare nella Chiesa, lavorare nella vigna del Vangelo di Matteo, con l’atteggiamento di chi svolge un lavoro, non come chi vive una Grazia; deve fare delle cose, è tenuto a un dovere faticoso, che merita dunque la “giusta retribuzione”. 

Tanta fatica va ricompensata, chi ha più servito deve ricevere di più! Mentre chi non fatica come me, che abbia di meno, che non abbia la mia ricompensa! 

Tutti questi ragionamenti spesso si infrangono di fronte alla Croce: questo modo di considerare la fede va in crisi dinanzi alle sofferenze e alle difficoltà della vita. 

Perché proprio a me, che ho fatto tanto… e quelli che non vanno mai in chiesa, guarda che bella vita! 

C’è la Sapienza della Croce che scandalizza chi la pensa così, che svela i nostri inganni profondi. 

Questo spirito di “pretesa” davanti al Signore, nulla ha a che vedere con la fede, non fa parte della logica di Dio, perché tutto è Grazia, a cominciare proprio dal dono della Fede. 

Ad ogni uomo Dio infatti concede nella sua vita delle Grazie: forse a te ne sono state date tante, ma a quante hai risposto veramente? 

Quel fratello che tu stai giudicando, che ritieni lontano dalla Salvezza, ne ha ricevuta una sola, ma a quella ha detto sì, l’ha accolta come i lavoratori dell’ultima ora, che non hanno nessuna colpa se sono stati chiamati per ultimi. 

Il Signore non esclude nessuno. C’è chi viene chiamato da bambino, chi già da adulto, magari dopo aver trascorso una vita di lontananza e di sbagli: ma per tutti c’è la stessa ricompensa. Quel denaro che rappresenta la vita.

La ribellione degli operai della prima ora è la manifestazione del legalismo che ancora domina nella nostra vita, che non siamo ancora passati alla grazia portata da Cristo, che accoglie i pagani, gli ultimi, i più duri ad accoglierlo: perché il Signore manifesta che la sola via di giustificazione è la gratuità accolta nella fede.

Cristo guarda il cuore, il desiderio di lavorare nella Sua vigna, che hanno tutti i lavoratori che stanno aspettando la Sua chiamata, perché tutti gli uomini, anche quelli che sembrano più lontani dalla fede, stanno in fondo cercando questa vita “vera”.

Per questo la ricompensa è uguale per tutti e nessuno è meglio degli altri: «È l’ora undecima, si sono concluse le fasi del giorno: corriamo tutti, affrettiamoci, perché non giunga la notte, non passi l’ora! Siamo anziani, la notte della morte incalza! Non ci presentiamo nemmeno all’ora undecima della nostra vita? Certo, è beato colui che, lavorando dalla mattina fino alla notte, chiede come dovuto il salario pattuito…» (Sant’Ilario, Commento al Salmo 129,11).

Mons. Antonio Interguglielmi

XXV Domenica Tempo Ordinario

22 settembre 2023 Indietro

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