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L’ozono disattiva il Covid: lo afferma la Facoltà di Medicina dell’Università di Nara in Giappone

Un gruppo di ricerca della Facoltà di Medicina dell’Università di Nara in Giappone, diretto dal professor Toshikazu Yano del dipartimento malattie infettive e patogene e dal prof. Kei Kasahara del centro per le malattie infettive, ha effettuato un esperimento finalizzato a verificare le potenzialità dell’ozono per sanificare gli ambienti e disattivare il virus Covid-19. 

L’esperimento, ripetuto più volte, è completamente riuscito dimostrando che l’ozono è in grado di disattivare e distruggere il coronavirus.

Per comunicare questa buona notizia, la Facoltà di Medicina dell’Università di Nara ha diffuso, in data 14 maggio, un comunicato stampa in cui ha illustrato alcuni dettagli della sperimentazione.

Negli ambulatori, così come avviene nei più diversi luoghi d’incontro delle persone (locali, bar, ristoranti, ecc.), la disinfezione viene per lo più effettuata con modalità di pulizia manuale utilizzando sostanze a base di alcool. Un sistema che richiede molto tempo ed energia e che non garantisce risultati definitivi.

Vista la presenza di un virus nuovo e aggressivo, si è deciso di sperimentare l’ozono per sterilizzare gli ambienti ed eliminare batteri, virus ed agenti patogeni.

Un gruppo di ricerca della Facoltà di Medicina dell’Università di Nara, coadiuvato dal gruppo ricerca e sviluppo del Consorzio MBT (un organismo composto da 104 aziende che collaborano attivamente con la facoltà di Medicina), ha avviato l’esperimento sviluppandolo in due fasi diverse. Da una parte è stato fatto crescere il Covid in una coltura cellulare; dall’altra è stata posizionata una piastra di acciaio inossidabile dentro un contenitore acrilico. Il tutto inserito all’interno di un armadio a chiusura ermetica per garantire che la sperimentazione si svolgesse nella massima sicurezza, evitando ogni rischio di diffusione del virus.

Tramite un generatore di ozono certificato dall’Agenzia giapponese dei prodotti farmaceutici e dei dispositivi medici (PMDA), è stata eseguita una ozonizzazione del contenitore predisposto.

Gli autori dell’esperimento hanno utilizzato una concentrazione di ozono che va da 1,0 a 6,0 parti per milione (ppm). Il ppm è l’unità di misura usata in campo scientifico per misurare la concentrazione di gas in una soluzione. 

I tempi di esposizione sono stati di due tipi: il primo misurato in base ad un coefficiente indicato dal Ministero della Salute, del Lavoro e del Benessere; il secondo misurato in base ad un coefficiente utilizzato per la decontaminazione tramite ozono dal corpo di emergenza del dipartimento dei Vigili del Fuoco e del Ministero degli Affari Interni e delle Comunicazioni.

I risultati della sperimentazione hanno dimostrato che l’ozono, in determinate concentrazioni e tempi di applicazione, debella il coronavirus.

Il gruppo di ricerca ha anche diffuso i parametri scientifici relativi all’esperimento:
- con un valore CT di 330, equivalente ad una esposizione di 55 minuti per una concentrazione di ozono di 6 ppm, si è verificata una inattivazione del virus da 1/1000 a 1/10,000;
- con un valore CT di 60, equivalente ad una esposizione di 60 minuti per una concentrazione di ozono di 1 ppm, si è verificata una inattivazione del virus da 1/10 a 1/100.

In entrambi i casi l’ozono ha moltiplicato per 10 l’efficienza di disattivazione del virus.

L’esperimento è stato condotto nel laboratorio di biosicurezza e tecnologia di coltura dei virus di livello 3 dell’Università di Nara. 

La sperimentazione è stata certificata dalla Facoltà di Medicina di Nara e dal Consorzio MBT, composto da aziende che lavorano nei processi di ricerca e sviluppo di prodotti per la salute.

Fonte: 


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Antonio Gaspari
Direttore Orbisphera
www.orbisphera.org

01 giugno 2020 Indietro

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