La cultura
dell'incontro

Islamici e cristiani insieme nel condannare la violenza e reagire al male con il bene

Appena informato dell’atroce atto di violenza che si è consumato nella cattedrale di Notre Dame, papa Francesco ha inviato un telegramma al vescovo di Nizza, mons. André Marceau. 

Brahim Aoussaoui, un ragazzo tunisino di 21 anni con nessun precedente, si è presentato con un coltello alla cattedrale di Nizza ed ha ucciso tre persone: il sagrestano laico della cattedrale, di 55 anni, e due donne che erano in chiesa a pregare, una sessantenne e una quarantaquattrenne, madre di tre figli. 

Quest’ultima prima di morire ha detto: «Dite ai miei figli che li amo».

Di fronte a tanto strazio, papa Francesco si è unito alle preghiere per le vittime e per le loro famiglie, condividendo il loro dolore. 

Nel telegramma il Papa chiede al Signore di «portare loro conforto» e raccomanda le vittime alla sua misericordia. Condanna «nel modo più energico tali violenti atti di terrore», assicura «la sua vicinanza alla comunità cattolica di Francia e a tutto il popolo francese». Affidando la Francia alla protezione di Notre Dame, impartisce la benedizione apostolica «a tutti coloro che sono stati colpiti da questa tragedia».

In precedenza la Sala Stampa vaticana aveva riferito l’invito di Francesco al popolo francese affinché reagisca «al male con il bene».

Tra le innumerevoli reazioni di condanna, molto significative quelle della comunità islamica italiana.

La Commissione internazionale Mariana Musulmano Cristiana (CMMC) della Pontificia Academia Mariana Internationalis (PAMI) ha comunicato che «prova orrore e immensa tristezza per questo gesto sacrilego, pieno di inumanità, di falsa religione e di disprezzo verso ogni autentica forma di convivenza sociale, politica e culturale».

«Il sangue umano – sottolinea il documento della CMMC – è stato ancora versato all’interno di un luogo di pace dedicato alla Madre di Gesù». 

«Questo sangue versato – continua il documento – oltraggia il Profeta Muhammad; oltraggia la Madre Vergine del Profeta Gesù; oltraggia l’Altissimo, separa da Lui e dalla comunità dei credenti in Lui e nella sua misericordia».

La Commissione internazionale Mariana Musulmano Cristiana della Pontificia Academia Mariana Internationalis propone ai musulmani e ai cristiani di ritrovarsi insieme per pregare. E, sempre insieme, trovare i mezzi per cooperare – come individui, famiglie e comunità – nella costruzione delle condizioni sociali, culturali, politiche, economiche e religiose grazie alle quali gli esseri umani, qualunque sia il loro credo religioso, possano riconoscersi nel grido “Fratelli tutti”.

Il documento afferma che «l’educazione alla mitezza, alla tenerezza, al rispetto reciproco e alla pacifica convivenza sono le uniche vere armi che i credenti sono autorizzati ad usare: tutto il resto è escluso, senza se e senza ma».

Fr. Stefano Cecchin OFM, presidente della PAMI, e l’imam Nader Akkad, co-presidente della CMMC, concludono invocando il Misericordioso affinché «benedica questo coraggioso ritrovarsi insieme nella preghiera e nell’impegno sociale, dia il premio alle vittime innocenti, e ci faccia trovare autentiche vie di pace che custodiscano, promuovano e difendano la vita di tutti e di ciascuno».

Il dott. Abdellah Redouane, segretario generale del Centro Islamico Culturale d’Italia, più noto come la Grande Moschea di Roma, ha condannato l’attacco terroristico ed ha presentato le sue più sincere condoglianze ai familiari delle vittime innocenti così barbaramente colpite.

Il Centro Islamico Culturale d’Italia ha invitato tutti a salvaguardare un rapporto tra i cittadini che preservi l’ordine pubblico, la sicurezza degli individui, la libertà di espressione e il rispetto del credo altrui.

Anche l’Unione delle comunità e organizzazioni islamiche in Italia (UCOII) ha condannato l’orribile attentato, e il suo presidente, Yassine Lafram, ha ammonito: «Non si usi il nome di Allah indegnamente!».

Antonio Gaspari 
Direttore Orbisphera
www.orbisphera.org

30 ottobre 2020 Indietro

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