La cultura
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Un eroe italiano “Giusto tra le Nazioni”

Francesco Tirelli era un gelataio originario di Campagnola Emilia, un paesino in provincia di Reggio Emilia, che negli Anni Trenta si era trasferito a Budapest per aprirvi una gelateria. 

Dopo lo scoppio della guerra, nel 1944 quando le truppe tedesche invasero l’Ungheria, Tirelli si rese protagonista di straordinari atti di eroismo salvando diverse famiglie ebraiche dai rastrellamenti nazisti. 

Per questi atti di eroismo, Francesco Tirelli è stato insignito nel 2008 del titolo di “Giusto tra le Nazioni”.

A darne testimonianza i sopravvissuti della famiglia Meir, che raccontarono a “Yad Vashem”, l’Ente Nazionale per la Memoria della Shoah di Gerusalemme, «di essere stati ospitati nel retrobottega della sua gelateria, dove ricevettero cibo e assistenza sanitaria e persino documenti falsi sino alla fine della guerra nel 1945». 

Una grande prova di coraggio e di empatia, quella del mastro gelataio Tirelli, allora poco più che quarantenne, che non esitò a mettere a repentaglio la propria vita per salvare altre vite umane dalla furia dell’Olocausto. 

Una storia che Tamar Meir, membro della famiglia ebraica salvata da Tirelli, ha voluto eternare in un libro per ragazzi, intitolato “Il gelataio Tirelli Giusto tra le Nazioni”, che ha ottenuto i prestigiosi premi “Yad Vashem” e “Devorah Omer”. Il libro, pubblicato dall’editore Gallucci, è accompagnato dalle illustrazioni di Yael Albert ed è stato tradotto in italiano da Joshua Kalman e Cesara Buonamici. 

La trama ripercorre le tappe della vita di Francesco Tirelli, dall’infanzia segnata da un’autentica passione per il gelato, alla partenza per la fredda Budapest negli Anni Trenta, dove avrebbe aperto la prima gelateria della città, conquistandosi il favore e l’affetto di tanti bambini, suoi assidui clienti. 

E furono numerosi i bambini accompagnati dalle famiglie – almeno 25 persone – che Tirelli nascose nel retrobottega del suo negozio, dall’autunno del 1944 sino alla fine della guerra nel 1945, sprezzante dei rischi per la propria incolumità e sviando più di una volta le persecuzioni.

Grande è stato l’impegno della famiglia Meir, che per anni ha cercato gli eredi di Francesco Tirelli, anche tramite l’ambasciata israeliana in Italia, per consegnare loro la “medaglia del Giusto” e mostrare imperitura riconoscenza.

Tra i parenti dell’eroico Francesco Tirelli, si annovera il professor Umberto Tirelli, luminare nel campo dell’oncologia, direttore della clinica “Tirelli Medical Group” e riconosciuto esperto nella cura della sindrome da stanchezza cronica, della fibromialgia e della sindrome post-Covid, grazie alla pratica dell’ossigeno ozono terapia.

«Mi sono commosso nel conoscere la storia di questo mio lontano parente», ha dichiarato il professor Tirelli. «Era originario di un paese a 15 km dal mio, che sono di San Martino in Rio, nella bassa reggiana, dove risiedeva anche un altro mio zio dal nome omonimo: Francesco Tirelli». 

«È un enorme motivo di orgoglio per la mia famiglia, tanto quanto lo fu per me ricevere la nomina a “Commendatore al merito della Repubblica”…». Il professore ha infatti ottenuto questa prestigiosa onorificenza per i numerosi traguardi scientifici raggiunti e le oltre 600 pubblicazioni su riviste mediche nazionali ed internazionali. 

«Quel ceppo della famiglia Tirelli si è purtroppo estinto. Sono comunque sicuro della parentela, seppure alla lontana, con Francesco Tirelli, sia per la somiglianza fisica, che per la tradizione familiare dei nomi, che prosegue ancora oggi. Da giovane, ho anche esercitato come medico in sostituzione a Campagnola Emilia, ma già allora, non c’era traccia di eredi diretti di questo mio consanguineo».

Come ha confermato anche il professor Umberto Tirelli, il gelataio Tirelli è deceduto negli anni Cinquanta in Svizzera, all’età di circa sessant’anni, e non ha lasciato alcuna testimonianza diretta di quelle sue eroiche gesta, che ancora oggi, a distanza di quasi un secolo, sono rimaste impresse nella storia e nella memoria dello Stato di Israele e dei suoi “figli putativi”.

Rita Ricci

03 settembre 2021 Indietro

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