La cultura
dell'incontro

V Domenica di Quaresima

“Signore, se fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto”. 

Le guerre di oggi non solo in Ucraina ma in tante parti del mondo, le catastrofi, la sofferenza, tante morti, possono mettere a dura prova la nostra fede, sembra che Dio ci abbia abbandonato o, come qualcuno potrebbe pensare, che Dio “voglia punire l’uomo”. 

Ci troviamo come Marta e Maria alla notizia della morte del loro fratello del Vangelo di Giovanni di questa domenica. Gesù è amico di Lazzaro e piange. Le sue lacrime, che ce lo fanno sentire vicino, sono profonde, come il dolore che anche noi proviamo; ma se Cristo è venuto a sconfiggere la morte, perché piange?

Il pianto di Gesù non è mancanza di una risposta di fronte alla morte dell’amico Lazzaro, ma è per la morte interiore, per chi ha perso l’intimità con suo Padre, con Dio, non ha più nessuna vita divina dentro: pur vivendo è morto dentro, tutto lo fa ormai solo per sé, per darsi un po' di felicità e di piacere.

La fede ci invita ad una lettura differente della realtà e la liturgia di questa quinta domenica di Quaresima ci viene in aiuto. Quando viviamo momenti difficili anche nella nostra vita personale ci troviamo smarriti, ma questi avvenimenti ci possono aiutare ad entrare nella verità, a cercare il senso profondo di “perché viviamo”. 

I tempi che viviamo diventano così come le bende che tolgono a Lazzaro: fanno uscire la nostra morte interiore, perché Cristo venga a risanarci con il suo Spirito, perché lui ha risposto alla morte fisica, donandoci la Vita Eterna. 

Approfittiamo di questo tempo che si avvicina alla Pasqua: abbiamo tutti bisogno di incontrarci con Cristo. 

Mons. Antonio Interguglielmi

24 marzo 2023 Indietro

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