La cultura
dell'incontro

Corpus Domini

«Come il Padre che ha la vita ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me», ascoltiamo oggi nel Vangelo di Giovanni. 

Ma questo dono immenso, l’Eucarestia, non si può comprendere senza gli occhi della fede, che permettono di vedere oltre le apparenze: c’è in ciascuno di noi una vita dello Spirito, della nostra anima, che ha bisogno di essere alimentata, nutrita, saziata. Che ha bisogno di un “pane” per vivere, altrimenti deperisce e può anche morire: e questo pane è Cristo.

Di tante cose ci riempiamo la vita, trascorriamo del tempo in molte attività, siamo impegnati a curare il nostro fisico e a mantenerci in salute, troviamo sempre nuove opportunità per sentirci giovani e attivi. Ma abbiamo tutti anche un’anima che, se non alimentata, si secca. 

Solo Cristo ci può dare quel nutrimento per la vita interiore, quella vita “nuova” con cui possiamo essere in pace con noi stessi e con gli altri.

“Bone pastor, panis vere, Jesu, nostri miserere: Tu nos pasce, nos tuere, tu nos bona fac videre in terra viventium”: Buon Pastore, vero pane, o Gesù pietà di noi, nutrici e difendici, portaci ai beni eterni nella terra dei viventi. Questo canteremo nella sequenza del Corpus Domini, accompagnando il Santissimo Sacramento per le vie delle nostre città.

In una delle ultime processioni del Corpus Domini che attraversava Roma, Papa Benedetto XVI ci ricordò infatti: «Senza illusioni, senza utopie ideologiche, noi camminiamo per le strade del mondo, portando dentro di noi il Corpo del Signore, come la Vergine Maria nel mistero della Visitazione. Con l’umiltà di saperci semplici chicchi di grano, custodiamo la ferma certezza che l’amore di Dio, incarnato in Cristo, è più forte del male, della violenza e della morte».

Celebriamo e testimoniamo oggi che Dio ci ha lasciato un regalo meraviglioso. Come sempre il Signore ci dona quello di cui abbiamo davvero bisogno. 

Mons. Antonio Interguglielmi

09 giugno 2023 Indietro

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