Nelle nostre tempeste, quando siamo presi dalla preoccupazione o dallo smarrimento, vorremmo anche noi sentire la voce di Gesù, come i discepoli del Vangelo di questa domenica, che nel momento in cui pensano di esser soli sul lago, lo vedono apparire.
Sembra tutto perduto, le nostre speranze svaniscono e proprio in quel momento Cristo ci viene a soccorrere con il Suo Spirito.
Pietro, col suo entusiasmo, lo vuole raggiungere sul lago, gli chiede di farlo camminare sulle acque, simbolo della morte: al comando di Gesù ci riesce ma, nel momento in cui non si fida più, la paura ha il sopravvento, pensa di poter contare sulle sue forze, si illude di riuscire ad andare avanti da solo, ma incomincia ad affondare.
Solo con Cristo possiamo non affondare!
Sant’Ilario di Poitiers, uno dei più grandi teologi latini vissuto nel IV secolo, intrepreta l’episodio della tempesta sul lago del Vangelo di questa domenica come l’anticipazione della passione di Gesù, la sua solitudine nella preghiera al Getsemani e la paura dei discepoli davanti alla persecuzione, ma anche tutta la storia della Chiesa, a cui il Signore affida il compito di raccogliere gli uomini per attraversare le tempeste di questo mondo fino al suo ritorno.
Stare con Gesù significa poter vivere senza essere sopraffatti dai fatti della nostra vita, non solo quelli dolorosi, ma anche quelli apparentemente che ci soddisfano ma che poi ci portano lontano dal Signore, su strade che ci fanno affondare, perché lontani da Cristo, proprio come Pietro, nel momento che pensa di poter camminare da solo sulle acque.
Guardare Cristo, ascoltare la Sua voce: abbiamo bisogno di questo per non essere “affondati” dalla vita.
Mons. Antonio Interguglielmi
XIX Tempo Ordinario